Gli oggetti antichi e recenti realizzati dagli indigeni hanno una loro storia. Mentre si spostano da un luogo all’altro, passano attraverso diverse epoche, mutando nella loro identità e funzione; in molti casi essi hanno già varcato i confini culturali. Questi simboli affrontano differenti trasformazioni dal luogo in cui sono nati e vissuti fino ad arrivare alle persone, collezionisti e istituzioni che punteranno i riflettori su di essi. Tal volta nel lungo viaggio smarriscono la propria storia piena di significati e restano lì, sospesi nel tempo, in attesa di uno spirito nobile che li contempli e che riesca ad ascoltare le loro voci, decifrando i messaggi fra le parvenze, lasciati dai maestri che gli hanno donato forma. Solo riconoscendoli fra le numerose tradizioni scomparse o esistenti, qualcuno potrà riscoprire la loro origine, risvegliando la genialità e l’energia che li accompagna. Gli oggetti, maschere, amuleti, sculture in legno ed altri manufatti della cosiddetta arte “primitiva” hanno recentemente assunto un ruolo centrale nelle collezioni occidentali. Rappresentano l’Himalaya, le Ande, l’Africa, l’Amazzonia, il Borneo. Prima ancora di diventare opere, i materiali che li formano sono stati ricercati con grande attenzione da chi ha deciso di trasmettere nelle figure la sua mistica entità; i precettori spirituali dei popoli originari credono che, solo con minuziosa preparazione, l’oggetto acquisti il vasto potere che lo farà agire da lontano.
Dopo essere stato ammirato, scambiato e commercializzato dai diversi attori, figuranti delle sue interazioni sociali, rischia di affievolire la sua forza spirituale, restando una semplice apparenza manipolativa. Tuttavia trasporta intatta l’anima del suo creatore, l’essenza degli elementi presenti nel luogo natale e la capacità di interagire positivamente o negativamente secondo lo sguardo e l’intenzione di chi lo osserva.
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